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Settimana 2 (18)

Eh già, le settimane cominciano già a seguire la stessa strada, e una nuova routine inizia a prendere forma. Ho anche tanti, tanti pensieri, e il mio umore oscilla, nonostante i momenti positivi superino di gran lunga quelli negativi, fortunatamente. Non voglio peccare di arroganza e supponenza, perché sono caratteristiche che proprio non mi appartengono. Ma vivere dall’altra parte del mondo, a migliaia di chilometri da tutto ciò che è sempre stato tuo, catapultato in una vita tutta nuova, senza la possibilità di prendere un aereo e respirare casa anche solo per un weekend. No, non lo può capire chi non lo prova. Non l’avrei mai, mai capito io stessa se non l’avessi fatto. È una delle più galvanizzanti e frustranti sensazioni che io conosca.

La settimana è passata devo dire abbastanza velocemente. Il modello da seguire è il solito: sveglia tardi, colazione con calma, lavoro, pranzo, palestra, piscina, relax. Ed è un modello che mi piace, mi permette di prendere i miei tempi e vivere un po’ come viene. Spero di stancarmi il più tardi possibile, magari mai.

L’unica eccezione a questo modello è stato il pranzo del mercoledì: sono andata con Diana e Cynthia (due delle mie coinquiline) a mangiare in un posto che si chiama Pancakes on the rocks. Pancakes. Non c’è molto altro da dire. Le mie coinquiline mi piacciono, si parla anche solo 15 minuti al giorno ma basta per condividere e avvicinarci, anche solo millimetro per millimetro.

Il weekend è iniziato venerdì pomeriggio: Agnese ha smesso di lavorare presto, così abbiamo fatto qualche giro, non mi ricordo neanche dove, e poi abbiamo passato tutta la nostra serata tra piscina e idromassaggio. Non male, come serata. Dopo un’incursione al supermercato, ho finito il venerdì con circa 4 puntate di Breaking Bad, perché sì, sono una persona che si ossessiona facilmente, quando trova qualcosa che le piace. È così che va.

Sabato sveglia con calma e di nuovo mille, mille giri con Agnese. Tutto si può dire, tranne che non camminiamo nel weekend. Siamo pure finite a Hyde Park e io mi sono inventata una fantastica storia sui famosi gatti del parco. Ma va bene. La sera abbiamo incontrato Seyma e Silvia e siamo andate a mangiare pancakes di nuovo poi, con Maria e Laurel, ci siamo incontrate all’Orient Hotel e abbiamo passato un’ora e poco più a fare karaoke. Si sa che sono le serate che piacciono a me. La gente era tutta un po’ alticcia e ballavano e cantavano tutti come forsennati. Io, Laurel e Maria abbiamo cantato Shania Twain, ed è inutile dire che la mia dose di risate me la sono fatta! La serata è continuata poi al Century e allo Star Bar, ma si sa anche che non sono proprio tipa da discoteca, quindi sì un po’ ok, ma poi alle 2 eravamo già a casa. M è il tragitto da The Rocks al centro che è stato meraviglioso. 2 km di risate, corse (scatti, più che altro), cadute, spaventi, batti 5, inglese a caso, giochi stupidi, prese di giro, slalom e urla strane. Spiegare quanto son stati divertenti e un po’ pazzi quei 2 km è impossibile. Spiegare, poi, come sia stato possibile tutto questo senza neanche aver bevuto un goccio d’alcol, beh non ci provo neanche!!

Domenica, cioè oggi, giornata tranquillissima. Qualche giro nel pomeriggio con Agnese e poi solo relax.

Mi sento un po’ lontana, da tutto e da tutti. Al di fuori dell’Australia, sento solo due persone con una costanza soddisfacente, e una di queste due è mia mamma. So che non posso pretendere che sia tutto come prima, non lo sarà più. Magari non lo è mai stato. Se mi metto a pensare, però, non riesco a essere razionale, entro in ansia, so che divento sempre più forte, so che lo yo-yo è sempre più spesso su, ma mi sento come se si stesse diffondendo terra arida intorno a me.

Forse alla fine è più giusto così.