Io non sono mai stata una persona molto superstiziosa, anzi. Però oggi era venerdì 13.
E la cosa si è fatta abbastanza sentire.
Iniziamo la giornata con un nervoso indicibile, perché ieri sera mi è arrivata la batteria portatile in testa (tanto male, tanto) e poi è finita sul cellulare, grattandomi (SPERO SOLO, non ho il coraggio di guardare) la pellicola protettiva del cellulare che ho nuovo da neanche una settimana. Sono felicissima, mi han detto.
Torniamo a Portland per farci una passeggiata, e mi sa che siamo tutte un po’ così perché non ci parliamo molto. Il lungomare è carino ma niente di trascendentale. Torniamo alla macchina è una ragazza mi fa gentilmente notare un piccolo problema.
Stiaaaaaamo calmi. Chiamo Fra e Kara, e insieme la guardiamo. La gomma forata. La guardiamo e non sappiamo se ridere o no. Senza dire niente, scarichiamo i mille bagagli che abbiamo in macchina, tiriamo fuori la ruota di scorta e iniziamo. Un signore ci presta un tubo di ferro per facilitarci il lavoro e ci guarda e sta con noi fino alla fine. Abbiamo le mani nere quando ricarichiamo tutto, ma ci siamo. Come al solito, chiamiamo tutti i gommisti del paese uno a uno per trovare il prezzo più basso, e poi si va. Riscarica tutto, e aspetta. Nella sfiga, ci va anche bene che il tizio è gentile e ci fa passare avanti ai suoi impegni.
Ci lasciamo Portland alle spalle e andiamo verso Cape Beidgewater, passando da Cape Nelson Conservation Reserve. Ci fermiamo ad ammirare la Petrified Forest (molto diversa e un po’ meno entusiasmante rispetto alla mia preferita in Arizona…) è l’ennesimo Blowhole. L atmosfera è assurda perché non c’è quasi nessuno, c’è un silenzio totale, questa terra rossa e decine di pale eoliche che si stagliano contro il cielo azzurro. Solo, troppe mosche. Di quelle stronze, giganti, che ti si appiccicano alle gambe e non si spostano se le scuoti e fanno anche male. Le odio.
Pranziamo a Cape Bridgewater con vista mare, poi spesa veloce e ci fiondiamo verso l’interno, perché oggi vogliamo fare i Grampians e non c’è molto tempo.
In macchina, dopo poco ci accorgiamo che la macchina si sta surriscaldando un po’ troppo velocemente. Non capiamo perché. Pare che si debba aprire l’aria calda al massimo per riportare la macchina alla sua temperatura. Quindi figuriamoci, tre cretine in macchina con 35 gradi fuori e 32 dentro… Avevo i piedi in fiamme, ma va tuuuuuutto bene!!! Potrebbe andare peggio, no???
Senza fermarci, passiamo Hamilton e altri piccoli paesini dell’interno, e poi (dopo avermi lasciato a perdermi a chiacchiere con la tipa del Visitor Centre, perché io amo parlare con le signore anziane), ci addentriamo nel mezzo del Grampians National Park, e raggiungiamo Halls Gap. Lì ci fermiamo a cercare di fare amicizia con un folto gruppo di canguri. Ma loro fanno i preziosi ed è ormai pomeriggio inoltrato, quindi si va. Purtroppo non abbiamo tempo di vedere gran parte di questo meraviglioso (e immenso) parco, ma la signora mi ha consigliato i punti salienti, e credo che mi abbia consigliato bene. Infatti, dopo poco raggiungiamo un lookout da cui, Oddio, lo so, lo dico sempre, ma cioè non c’è altro che io possa dire: la vista è uno spettacolo per occhi e anima. L’Australia è DAVVERO così immensa e si perde e questo cielo gigante e i colori così vividi e i contorni così delineati, non pensavo potesse esistere qualcosa del genere prima di venire qua. Non pensavo esistessero paesaggi più belli di quelli che si vedono nelle foto modificate da Photoshop.
Ci spostiamo un altro po’ e camminiamo qualche chilometro per raggiungere i Balconies, un altro bellissimo lookout. Io e Kara scavalchiamo un sentiero chiuso al pubblico per raggiungere un punto fighissimo, sembra che siamo nella bocca di qualche animale, e sotto di me c’è il vuoto. Fa un po’ impressione ma ok.
Ultima tappa dei Grampians, le McKenzie Falls. Anche qui, vederle dall’alto rende il panorama davvero unico. Occhi non dimenticate nullaaaaa!!!
Ormai inizia a piovere (e figurati) e si sta facendo buio. Noi e la nostra macchina estremamente surriscaldata raggiungiamo i pressi di Horsham e ci fermiamo a dormire nell’ennesima piazzola di sosta. Ragni e scarafaggi mentre cuciniamo si sprecano. Ma non mi lamento. Questo venerdì 13 è finito e alla fine siamo abbastanza sopravvissute!!